La numero 57 è viva
Dopo cinquant’anni la cinquantasettesima
Prologo: c’era una volta un meccanico con un gran cuore. Il suo nome era Bernd Ibold. L’uomo originario di Bardenitz, presso Potsdam, in Germania, era un meccanico convinto che, per tenersi impegnato anche in pensione, si procurò 19 vetture, un’infinità di pezzi di ricambio e ancor più attrezzi. Ma dei problemi di salute gli misero letteralmente i bastoni tra le ruote e il suo sogno di restaurare vetture storiche andò in fumo. Gli veniva solo da piangere. Come se non bastasse, per motivi economici ora doveva anche sgomberare il cortile e le rimesse pieni di carcasse su quattro ruote con annessi e connessi. Il 70enne Ibold possedeva molto, ma non gli rimaneva niente, e inoltre non trovava la forza di separarsi dai suoi vecchi beni per tirare su un po’ di soldi. Alla fine sua figlia ebbe l’idea di chiedere aiuto. E l’aiuto arrivò.
Primo capitolo
Otto Schulte è un tipo tosto, e da anni l’esperto di vetture nella trasmissione «Der Trödeltrupp – Das Geld liegt im Keller», qualcosa come «La squadra sgomberatutto – il denaro è in cantina», programma del canale televisivo tedesco RTL II, nel quale tre uomini sgomberano su richiesta dei rispettivi proprietari case, cantine, rimesse e terreni per vendere ai mercatini dell’usato ciò che è ancora utilizzabile. Di solito ne ricavano somme che vanno dai 1.000 ai 4.000 euro.
La prima volta che va a trovare Bernd Ibold, Schulte rimane letteralmente scioccato: ciarpame ovunque. Il cortile interno è pieno di vetture da rottamare, la maggior parte ha dai dieci ai venti anni di vita alle spalle, molte sono esposte al vento e alle intemperie. Tutti rottami inutilizzabili, solo una piccola parte va ancora in moto.
All’ombra di un fienile scopre due ranocchi che neppure un bel bacio riuscirebbe più a svegliare. Al primo sguardo sembrano due
Schulte sa benissimo che i veri appassionati sono disposti a pagare oro anche per dei rottami simili. Bisogna solo trovarli. Così calcola circa 10.000 euro per quel che resta di entrambe le vetture, tanto più che Ibold sembra sapere dove recuperare le parti mancanti. Racconta infatti che una volta stava per ricevere da
Schulte riflette.
Secondo capitolo
Alexander Klein, responsabile Gestione vetture presso il Museo
E adesso questa. Secondo la scheda tecnica, la vettura che Ibold aveva acquistato usata nel 1971 e poi dismesso nel 1975, era stata consegnata a Krefeld il 27 novembre del 1964, dopodiché si era persa ogni traccia di quel sogno color rosso (6407 B/P) con i sedili «pepita» neri. Ibold è almeno il quinto proprietario. La signora della TV chiede il pagamento in contanti. Chissà quanto vorranno…
Terzo capitolo
Dieter Landenberger, responsabile dell’Archivio
Il risultato? La numero 57 è ancora viva. Ed è una vettura originale. Lo confermano diversi numeri incisi nella carrozzeria e nei portastrumenti nonché le scritte in gesso nel retro dei rivestimenti delle portiere. La vettura è in condizioni pietose, ma non disperate.
Capita di rado, ma Otto Schulte è senza parole. Tanto più che
Epilogo
Kuno Werner deve affrontare un arduo compito: circa il 20 percento della numero 57 è inesistente. Secondo una prima stima, solo il 35 percento della carrozzeria è utilizzabile, circa la metà della numero 57 può essere salvata. Attualmente la vettura è interamente smontata, cambio e motore – entrambi non originali della numero 57, ma provenienti da una 901 – sono stati revisionati. Tutta la carrozzeria viene sverniciata chimicamente per poi essere attentamente riassemblata con lamiera contemporanea. Il tetto, la parte anteriore con il numero di telaio, il cruscotto, i listelli paraginocchio nonché eventualmente il vano seggiolino per bambini e il piano portaoggetti rimangono originali.
Successivamente verrà rifatto il cablaggio, utilizzando le prese e i collegamenti originali. Strumentazione, volante, rivestimenti delle portiere, sedili e finestrini verranno ripristinati con la massima cura e quindi rimontati con la loro patina originale. I lavori di verniciatura e alla carrozzeria non potranno essere eseguiti presso il Museo, tutti gli altri lavori si svolgeranno nell’officina della Casa in cooperazione con
E visto che non è morta, tornerà presto più viva che mai…
Testo Roland Löwisch
Fotografie Rafael Krötz
Anno di costruzione: 1964
Motore: motore sei cilindri boxer
Cilindrata: 1.991 cc
Potenza complessiva: 96 kW (130 CV) a 6.100 giri/min
Coppia massima: 174 Nm a 4.200 giri/min
Cambio: manuale a cinque marce
0–100 km/h: 9,1 sec.
Velocità massima: 210 km/h
La storia dello zero in mezzo
In teoria il modello che ha fatto seguito alla 356 avrebbe dovuto chiamarsi
«Tuttavia non vi sono prove», spiega Alexander Klein. «Nessuno sa veramente quante 901 furono costruite. Esiste un registro di produzione, nel quale all’epoca qualcuno ha riportato a mano ogni singola vettura prodotta. Una pagina finisce con il numero 82 per il modello 901, quella successiva inizia con il numero 83 per il modello 911. Questo non significa però che il reclamo scritto di Peugeot sia stato consegnato esattamente in quel momento».
La 901 e la 911 non presentano differenze sostanziali. Ma nel dettaglio ve ne sono. Klein, in merito alle circa prime cento 901/911: «Ogni esemplare era un pezzo unico perché che la produzione in serie arrivò più tardi». I primi clienti erano una sorta di collaudatori: se qualcuno reclamava problemi di tenuta d’acqua, la vettura successiva veniva dotata di una guarnizione diversa. Se la chiusura non era perfetta, in quella successiva si adottava un meccanismo più elastico. Se le maniglie della portiera si bloccavano, quelle della vettura successiva venivano modificate nella forma. Nel primo anno di produzione, il 1964, sono stati costruiti 232 esemplari della 901/911.