Arte della riduzione
Costruire oggi un’auto con la stessa ispirazione e gli stessi ideali di cinquant’anni fa può davvero funzionare ancora?
La 911 R rinuncia a qualsiasi compromesso per quanto riguarda struttura leggera, prestazioni e passione. È fatta di un motore aspirato boxer da quattro litri, di un cambio manuale (a sei marce) e di entusiasmo puro per la guida. Già nel 1967, in base a questa ricetta, venne creata una
Ora per la prima volta le due ascete si incontrano. Quasi mezzo secolo di storia
«La mia auto è come una ballerina», dice Johan-Frank Dirickx, collezionista di
Così Dirickx descrive la vettura sportiva da lui acquistata negli USA nel 2007 e nella quale i 210 CV del motore boxer a sei cilindri da due litri se la devono vedere con poco più di 800 chilogrammi di peso. Nella nuova 911 R il rapporto peso/potenza è ancora più incisivo: il motore boxer a sei cilindri da quattro litri – già, proprio il propulsore noto dalla 911 GT3 RS – sviluppa 500 CV, il peso della 911 R è pari a 1.370 chilogrammi, a serbatoio pieno e in assetto di marcia. Nessun altro modello della gamma 911 attuale è più leggero. «Già lasciando il parcheggio si avverte la leggerezza e l’agilità dell’auto. Già avviando si sente la sua forza», così Andreas Preuninger descrive la presenza immediata che si irradia dalla nuova 911 R. Preuninger lavora nel Centro di sviluppo
La tecnica è altrettanto presente quanto in una vettura da corsa. Si sentono le marce ingranare, si avverte l’innesto della frizione e il sound del motore aspirato scroscia nell’abitacolo in un susseguirsi di cascate. Nella 911 R – per motivi di peso – non c'è materiale isolante né ci sono i cosiddetti «fogli pesanti» di plastica che rendono silenzioso l’abitacolo. Componenti carrozzeria in carbonio e magnesio, un impianto di scarico in titanio, lunotto e cristalli laterali posteriori in plastica e la rinuncia a impianto di climatizzazione e impianto audio sono ulteriori esempi di coerenza nella struttura leggera. «La vettura è, per così dire, la nostra interpretazione in chiave motorsport di una ‘connected car’», dice Preuninger. In questo caso conta solo la connessione più breve tra guidatore e auto, per una sensazione immediata e un purismo avvertibile. Dirickx conosce tutto questo già dalla vecchia 911 R. «Due volte l’anno», racconta «affitto un circuito privato per divertirmi con l’auto. La sensazione di guida è incomparabile».
Potrebbe guidare la vettura, eccitante ma discreta, anche su strade pubbliche, tuttavia questo non lo diverte più. Il valore della sua auto viene stimato dagli esperti attorno ai 3,5 milioni di euro; è ancora allo stato originale fino ai più piccoli dettagli, ha solo circa 40.000 chilometri alle spalle e tuttavia una storia che un tempo l’ha portata in giro per il mondo. La 911 R di Dirickx era quella che venne presentata alla stampa da Vic Elford nel dicembre del 1967 all’anello di Hockenheim.
E il tempo sul giro nella pista Nordschleife del Nürburgring? «Non l’abbiamo preso, perché l’auto non è stata costruita per i circuiti», dice Preuninger. Nel corso degli anni, infatti, sono stati sviluppati numerosi sistemi ad alta tecnologia che renderebbero un’auto più veloce su circuito, ma allo stesso tempo anche più pesante. Per la 911 R tali componenti, come ad esempio il PDK a innesto fulmineo, non sono stati presi in considerazione. I puristi esulteranno, perché cosa sono già un paio di decimi di secondo rispetto al divertimento di ingranare le marce da soli. Per questo l’auto ha ricevuto un cambio manuale a sei marce completamente ritarato. Su richiesta – e Preuninger lo consiglia senz’altro –
A parte il maggior divertimento di guida grazie all’azionamento manuale, il nuovo cambio minimizza anche la perdita di trazione. In altre parole, sul retrotreno arriva maggiore potenza. Tradotto in linguaggio da Trivial Pursuit, per la
Dirickx ha già ordinato uno dei complessivi 991 esemplari della nuova 911 R costruiti a Zuffenhausen. Perché ama proprio questo tipo di vetture sportive che si fanno guidare con tanto brio, leggerezza e maestria, appunto come la sua classica 911 R. E perché gli piace il design discreto della vettura del 1967, a cui la nuova 911 R è rimasta fedele. Questo design costituisce così non solo dal punto di vista tecnico, ma anche visivamente, l’essenza della gamma 911: con il classico e possente corpo carrozzeria, i cerchi in struttura leggera da 20 pollici con chiusura centrale e – su richiesta – strisce doppie in colore rosso scuro o verde segnale, come già esibivano di preferenza i vecchi modelli, mezzo secolo fa.
La nuova sportiva appare come una 911 R originale che sia maturata alla perfezione in tutti questi anni. Da quest’auto non si può togliere più nulla. E proprio questo la rende compiuta.
Testo Sven Freese
Fotografie Stefan Bogner