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Miglior tempo nelle prove, pole position. Fin qui, tutto bene. Ma tutto quello che poi gli sarebbe capitato appena prima del giro di riscaldamento, Mike Rockenfeller non lo dimenticherà più, per tutta la vita.
Monte Carlo, terza manche della
Ma tutto quello che poi gli capiterà appena prima del giro di riscaldamento, il pilota tedesco non lo dimenticherà più, per tutta la vita. Mancano ancora solo pochi minuti alla partenza, quando un cameraman apre la porta sul lato passeggero della sua vettura Cup, s’intrufola con la propria telecamera nell’abitacolo e fa uno zoom sul pilota. Per Rockenfeller non è un problema: «Conoscevo già bene la gente della TV». La porta viene richiusa, si parte subito. Il modello Cup 996 viene avviato con la chiave d’accensione. La luce sopra Rockenfeller si accende in verde, lui gira la chiavetta e il motorino di avviamento scarica la sua potenza. «Ho sempre avviato il motore il più tardi possibile». Questa volta, però, non succede quasi nulla, tranne due-tre giri inoffensivi del motore. I concorrenti sfilano a sinistra e a destra davanti a lui. È il momento di non farsi prendere dal panico! Poi l’intuizione: a destra nell’abitacolo si trova un interruttore poco appariscente per la pompa di benzina: il cameraman deve averlo sfiorato inavvertitamente. Con la mano destra distesa Rockenfeller afferra l’interruttore, con la sinistra gira di nuovo la chiave d’accensione, il motore boxer romba immediatamente, frizione, prima marcia e via, si parte! Rockenfeller riesce a muoversi appena in tempo prima degli ultimi due concorrenti. Durante il giro di riscaldamento gli è consentito di superare tutte le auto che lo hanno superato e reinserirsi nella posizione di testa. Se, invece, durante il giro verso la partenza, anche l’ultimo pilota del raggruppamento avesse superato la
Il resto è storia: dopo la partenza ufficiale, Rockenfeller entra nella prima curva in posizione di leader, conduce la gara in testa dalla partenza all’arrivo e realizza il giro più veloce, 1:39,359. «Vincere a Monaco è stato super fantastico», racconta il pilota, in seguito vincitore della 24 Ore di Le Mans e del Campionato Tedesco
Testo Franz Ponder