Porsche - Allo stato selvaggio

Allo stato selvaggio

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Lavoro di squadra:
il cacciatore e il suo cane – per alcuni anni Bertram Schultze ha cacciato da solo, ora ha un compagno fedele

Un paradiso naturale dove vagano bovini uro, pony selvatici e caprioli – e i clienti Porsche possono provare le emozioni offroad a bordo di Cayenne e Macan. La zona selvaggia intorno agli stabilimenti Porsche di Lipsia è uno straordinario angolo di natura. E Bertram Schultze lo considera il suo regno

Sono passate da poco le sei di mattina, quando una luce appena sufficiente a prendere la mira infrange l'oscurità. Questi primi raggi di luce diurna bastano ai cacciatori per «affrontare» la selvaggina, vale a dire riconoscerla. Per Bertram Schultze è il momento di imbracciare il fucile. La tripletta ha una storia particolare, ma ora deve aspettare: Kalle, il cane da caccia di Schultze, un incrocio fra un terrier a pelo ruvido e un labrador, si precipita fuori dal portabagagli e si getta fra i cespugli, il naso aderente al terreno ancora ricoperto di rugiada. È tempo di caccia!

Schultze cammina a passi veloci sull’erba, attento a seguire le tracce di Kalle andato in avanscoperta. I contorni del paesaggio illuminati dal sole si stagliano lentamente nella notte. I cespugli di biancospino formano isole spinose, disseminate sul terreno verde opaco. Un coro polifonico di uccelli intona la colonna sonora per il risveglio del giorno. Due nibbi reali compiono i loro giri nel profondo blu del cielo. Schultze ci racconta alcuni ricordi della Savana africana che gli passano per la testa, poi si ferma improvvisamente: «Kalle, qui!» Il cane esce dal sottobosco e si ferma ai piedi del cacciatore, il quale, guardando nel suo binocolo, fissa due caprioli a poche centinaia di metri di distanza.

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Lipsia selvaggia: le piste fuoristradadi Porsche
Salite ripide, pendii scivolosi e corsi d’acqua fino al ginocchio: il tracciato fuoristrada offre su un percorso di sei chilometri 15 moduli, grazie ai quali si possono testare i limiti delle prestazioni di Macan o Cayenne. Anche i clienti Porsche hannola possibilità di cimentarsi nel percorso e mettersi alla prova da soli o in gruppo nell’ambito di una consegna in fabbrica o di un evento. Vengono organizzati anche eventi con servizio gastronomico

Da zona militare ad area per fuoristrada

La mia Africa di Schultze si trova alle porte di Lipsia, circondata da autostrade e industrie. A volte, il vento porta rumori di motori. Alla sommità dell’orizzonte sembra poggiato un edificio simile a un ufo che i lavoratori Porsche chiamano il «diamante». La costruzione dall’aspetto futuristico ospita il centro clienti degli stabilimenti Porsche di Lipsia. Nella succursale della Germania dell’Est vengono prodotte ogni giorno più di 600 Macan e Panamera. L’adiacente riserva faunistica serviva da area di addestramento militare già ai tempi del Reich tedesco; l’esercito della R.D.T. è stato l’ultimo ad utilizzarlo. Dal 2002, è Porsche a occuparsi dei 132 ettari di terreno – per compensare la presenza del centro di produzione. La zona è stata rinaturalizzata e Porsche la utilizza per mettere alla prova i suoi modelli su tracciati fuoristrada. Contemporaneamente, sono stati insediati bovini uro, pony di razza Exmoor e circa tre milioni di api – un contributo della casa automobilistica alla protezione dell’ambiente e alla conservazione della natura. Un risultato evidente è, per esempio, la produzione di miele «Turbienchen», prodotto nella zona: lo scorso anno ne sono stati venduti più di 400 chili.

Schultze si appoggia a uno dei recinti che dividono i pascoli dal terreno per i collaudi. Al suo fianco c’é Carsten Helling, responsabile della cura dei terreni. Si erano dati appuntamento per la mattina. Davanti a loro sta pascolando un gruppo di bovini uro dalle corna imponenti. Fra questi ci sono enormi tori che pesano più di una tonnellata, ma anche vitellini di poche settimane dal morbido manto. All’inizio, la mandria contava una dozzina di animali, nel frattempo ve ne sono circa 75. Improvvisamente, come se seguissero un comando segreto, i bovini si mettono in movimento e si allontanano al galoppo.

«I bovini uro sono importanti per l’ecosistema, impediscono l’eccessiva formazione di arbusti. Il miscuglio di spazi aperti, cespugli e alberi crea un biotopo ideale per animali selvatici, uccelli e insetti», afferma Helling, il quale si occupa da anni della mandria, controllando lo stato di salute degli animali e dando loro da mangiare negli inverni più duri. I racconti di Helling trasudano di semplice orgoglio – anche perché i pony Exmoor vengono regolarmente dati ad associazioni della zona per mantenere la popolazione costante.

Dal 2002, Schultze regola per conto di Porsche la popolazione di cervi, volpi, lepri, procioni e martore in veste di cacciatore ufficiale della riserva. In tal modo garantisce l’equilibro ecologico fra fauna e flora. Il cacciatore uccide una manciata di cervi all’anno. Per lui la caccia rappresenta una passione, non un lavoro, che invece attende in ufficio il direttore della vecchia filanda di cotone di Lipsia – un tempo una delle fabbriche tessili più grandi d’Europa. Schultze l’ha trasformata in un fiorente centro creativo. Architetto e progettista, gestisce inoltre progetti simili a Berlino, Amburgo e Norimberga.

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Bovino multiculturale:
in realtà il bovino uro allo stato brado è estinto da tempo. La denominazione corretta è bovino di Heck, un incrocio realizzato un centinaio di anni fa riunendo numerose razze di bovini originari da tutto il mondo

Il cacciatore più giovane della Repubblica

«La natura ti permette di avere tempo per te stesso», dice Schultze. Un fagiano emette un rumoroso chiacchiericcio da qualche parte dietro ad un cespuglio, per involarsi un attimo dopo. «Potrei guardare la natura continuamente. Le volpi che giocherellano con i vitelli uro, i tori che stuzzicano i pony: sono momenti unici».

Schultze ha trascorso tutta la sua vita in mezzo agli animali – all’inizio in Kenia, dove il padre veterinario ha costruito numerose cliniche per gli zebù. Tornato in Germania, a soli dieci anni Schultze sedeva nelle postazioni da caccia, a 15 anni otteneva la licenza di caccia, diventando il cacciatore più giovane della Repubblica. Il fucile a tre canne gli è stato regalato dal nonno. Schultze racconta entusiasta: «È un fucile da caccia fatto a mano dagli artigiani di Suhl che funzionerà per altri cent’anni». Oggi, tuttavia, non viene utilizzato. I caprioli non lo devono temere, vige ancora il divieto di caccia. Nel frattempo, il sole risplende alto nel cielo e il cacciatore deve recarsi in ufficio. «Preferirei gironzolare per la riserva fino al tramonto».

Testo Dirk Böttcher
Fotografie Bernhard Huber