Editoriale
Siamo fatti di ricordi.
Per i nove gradini della scala si prende del tempo. Il primo contatto quasi timido, invece, avviene in soli cinque secondi. Risolleva la gamba, esita, appoggia poi il piede sinistro su quel suolo che gli sembra essere di polvere. Neil Armstrong è sulla Luna. Il primo uomo. E quasi mezzo miliardo di persone, più di un quinto della popolazione terrestre di allora, ascolta quella frase pronunciata il 21 luglio 1969 alle 02:56 GMT, scolpita per l’eternità: «È un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità».
Il 1969, un anno paradigmatico. Un anno di transizione, di nuovi inizi, di cesure. Tom Wolfe scrisse: «L’ingenuità di credere che potesse accadere l’impossibile ha reso possibili gli anni Sessanta». Politica, società, tecnologia. Apollo 11. Il Boeing 747. Woodstock. 250.000 persone protestano a Washington contro la guerra in Vietnam. Give Peace a Chance. Il precursore di Internet. Easy Rider. Il floppy disk della IBM. La rivolta di Stonewall in Christopher Street a New York. Il primo volo del Concorde. I Beatles sul tetto dell’edificio
Ogni epoca ha i suoi momenti. Significativi. Importanti. Fugaci. Superflui. Gli studiosi della memoria parlano di ancoraggio. Celebriamo i nostri ricordi in ogni numero di Christophorus perché siamo ciò che ricordiamo. 2013: cinquant’anni della
Alla fine del 2019 arriva la
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