Vivere dentro
Che cosa si aspettano i porschisti dagli abitacoli del futuro? Una visione del dopodomani.
Per modellare il futuro, i designer oltrepassano i limiti. Prendono il meglio dalla tradizione e dalle origini: il nucleo del marchio, i valori che hanno determinato il successo dell’azienda. Al contempo, aggiungono con coraggio qualcosa di nuovo. Per fare questo studiano in generale le persone, le loro abitudini e i porschisti in particolare. «In passato, prima di un viaggio, digitavamo la nostra destinazione sul navigatore. Oggi programmiamo il tragitto sullo smartphone, stando seduti sul divano, e poi lo inviamo all’auto». Per Ivo van Hulten, direttore del reparto User Experience
Insieme al direttore del reparto
Gli interni del futuro
«Abbiamo riflettuto su come conferire un carattere tipicamente
Nella progettazione degli interni, l’esperienza totale UX è dedicata al lifestyle digitale, così come al rapporto tra pilota, passeggeri e veicolo. «Con la
I finestrini laterali sono progettati in forma asimmetrica. «Una parte è chiusa, i passeggeri possono ritrarsi all’interno», ci spiega il responsabile
«Uno spazio interno distante da quello classico di un’auto sportiva ma con un carattere tipicamente
Fattore di successo UX
Ivo van Hulten si occupa della clientela del futuro: la generazione smartphone. «In passato, la fame di novità era saziata dall’acquisto del prodotto. Oggi molti giovani non sono più affascinati solo dall’estetica di un prodotto, bensì dalle possibilità che offre loro». L’estetica degli interni dipenderebbe quindi da molti più fattori che non solamente le forme e i materiali. «Le domande da porsi sono: gli interni sono abbastanza modulari per adattarsi anche al cambiamento delle condizioni di vita tra qualche anno? Posso fare gli update h24 a distanza?». Van Hulten è fiducioso di trovare le risposte sotto forma di una nuova estetica: «Al reparto UX procediamo nel solco della storia imponente del marchio e guardiamo con coraggio verso il futuro».
Il collega Markus Auerbach completa il ragionamento: «Un viaggio digitale può spalancarci la porta su un universo, ma non potrà mai sostituire l’esperienza fisica. Un’auto è uno spazio che si muove, sia che guidi io stesso oppure no. I sedili in questo van sono stati concepiti per i movimenti, trattengono e sostengono il corpo». Accenna al sedile sportivo posto in seconda fila, sulla seduta posteriore, che ricorda un salotto. «Grazie ai lati ricurvi, la seduta permette un’angolazione differente della postura, potendo così rivolgerci l’uno verso l’altro. Il sedile rappresenta un ambito particolarmente comunicativo che connota il relax, offre posizioni alternative del corpo per conversare, lavorare e rilassarsi». I materiali del futuro, per l’esperto 57enne, sono tra gli altri le materie prime naturali, come il legno, reinterpretato e coniugato all’uso dei metalli o delle materie plastiche durevoli. Un tempo il legno era stato bandito, ma presto potrebbe godere di un revival. Inoltre, Auerbach punta sui cosiddetti materiali smart, capaci di fare qualcosa di speciale, ad esempio reagire a fattori esterni e illuminarsi di luce propria senza alimentazione diretta. O materiali che possano ripetutamente modificare la propria forma, per adattarsi perfettamente all’ergonomia dei passeggeri.
«Osservandola dall’esterno, una
Sensazione di spazio con un’anima
Le visioni, create insieme dai reparti speciali di Weissach, sono complesse, perché modellano spazi dove siedono le persone. «Osservandola dall’esterno, una
Come prossimo passo, van Hulten si augura che il «Renndienst» ottenga un’anima. E ricorda la serie TV americana Supercar, che guardava da bambino. «K.I.T.T., l’auto parlante, mi aveva totalmente ammaliato. Il forte legame tra il protagonista e l’auto aveva catturato il mio pensiero. Sono entrato in connessione con l’auto, perché aveva un’anima». Riferendosi allo studio, si domanda: «Che tipo di rapporto quotidiano con l’auto stiamo progettando? Fra trent’anni, chiameremo l’auto che ci verrà a prendere?» Da questa grande visione del dopodomani, il team di design si muove oggi a ritroso per trovare la risposta concreta per il domani. Con il meglio che dal DNA del marchio proviene: l’anima.
Testo Christina Rahmes
Fotografie Stefan Bogner